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AUTOSTRADE: TUTOR SPENTI IN ATTESA DEL CONTENZIOSO

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di Lucia Izzo

Addio ai tutor sulle autostrade? È questo lo scenario che si sta delineando con sempre maggior chiarezza a seguito della condanna di Autostrade per l’Italia (Aspi) alla “rimozione e distruzione” dei dispositivi di rilevamento della velocità a opera della Corte d’Appello di Roma (Sentenza 10 aprile 2018, n. 2275).

La Corte capitolina ha dato ragione alla CRAFT, l’azienda di Greve in Chianti che si era vista riconoscere già dalla Cassazione la paternità del suo brevetto (sent. n. 22563/2015), utilizzato per la costruzione dei Tutor.

 

A seguito del rinvio operato dagli Ermellini, la Corte d’Appello aveva ritenuto provata la contraffazione in quanto “l’idea inventiva del brevetto CRAFT, costituita dall’accertamento della velocità media mantenuta da un veicolo, identificato tramite la targa posteriore, per mezzo di sensori di rilevamento posizionati su una porta di entrata e una porta di uscita con collegamento ed elaborazione elettronica dei dati rilevati” era stata pedissequamente riprodotta da Autostrade per l’Italia.

A quest’ultima, pertanto, il collegio aveva inibito la commercializzazione, fabbricazione e utilizzo del sistema “SICVe” (come rinominato) sulle strade e autostrade dalla stessa gestite in concessione ritenendo congruo imporre, a titolo di sanzione civile in caso di mancata ottemperanza all’ordine, l’applicazione di una multa pari a 500 euro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento d’inibitoria.

La società Autostrade, dichiarando in una nota l’intenzione di impugnare la decisione in Cassazione, ha nel frattempo chiarito che “il Tutor non verrà rimosso dalla rete di Autostrade per l’Italia, ma sarà immediatamente sostituito con un nuovo sistema diverso da quello attuale”.

Ciò ovviamente facendosi “carico della sanzione pecuniaria prevista per mantenere attivo il sistema attuale fino alla sostituzione integrale degli apparati con altro sistema di rilevazione della velocità media, che avverrà entro tre settimane”.

Tutor spenti in attesa del giudizio in Cassazione

Tuttavia, in attesa degli sviluppi della vertenza, sembra che al momento il sistema di controllo della velocità Tutor sia stato spento: lo sottolinea “il Sole 24 Ore” richiamando l’ordinanza datata 27 maggio con cui la stessa Corte d’Appello di Roma ha respinto la richiesta di Aspi di sospensione dell’esecutività della sentenza di condanna, in attesa della definizione dell’ulteriore ricorso della società in Cassazione.

A nulla sono valse le doglianze della società relative alla sicurezza stradale e all’irreparabilità del danno che deriverebbe dalla distruzione del sistema semmai la Cassazione accogliesse l’ulteriore impugnazione che Autostrade intende proporre.

Nel dettaglio, per il Collegio, non può trovare spazio nel giudizio civile riguardante la contraffazione del brevetto, l’argomento della sicurezza stradale: questa, lungi dal rientrare tra gli interessi di cui Aspi è portatore, sarebbe prerogativa dello Stato che, attraverso il ministero dell’Interno, avrebbe dovuto promuovere un diverso giudizio (circostanza non avvenuta).

Ancora, secondo i giudici, ad Aspi neppure sarebbe consentito premere sui suoi obblighi di sicurezza in quanto gestore della strada poiché l’articolo 14 del C.d.S., pur facendovi riferimento, ne parla “in generale … sotto il profilo materiale (manutenzione etc.)”.

Infine, non sarebbe possibile bloccare lo smantellamento del sistema solo perché, in caso di danno ingiusto, la CRAFT non sarebbe potenzialmente in grado di risarcire Autostrade: infatti, così argomentando, si realizzerebbe una violazione del principio costituzionale di uguaglianza e, comunque, il danno non sarebbe poi esorbitante in quanto Aspi ha dichiarato sufficiente la disattivazione del software e non la distruzione fisica di tutti i dispositivi.

Inoltre, nonostante un calo delle infrazioni che va avanti da circa un mese (come dimostrano i dati riportati sul sito della Polizia stradale), non sembra chiaro se la disattivazione nel sistema riguardi le sole strade gestite da Aspi (in prevalenza autostrade, ma anche alcune provinciali) su cui è presente la versione originale del dispositivo Tutor, o anche quelle dove si utilizza “Vergilius”, la sua variante semplificata.