Home Sanità AAA DOTTORE CERCASI, IN EUROPA C’È POSTO PER 620 SANITARI ITALIANI

AAA DOTTORE CERCASI, IN EUROPA C’È POSTO PER 620 SANITARI ITALIANI

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Medici e infermieri italiani con la valigia, pronti a lasciare il Belpaese senza farsi spaventare troppo da dettagli come la conoscenza di una lingua straniera. Che per gli operatori sanitari ‘da esportazione’ non è più (solo) l’inglese: non sono poche le opportunità oggi per chi si destreggia in francese, tedesco o perfino norvegese.

“La situazione attuale in Europa è caratterizzata da una comune esigenza di personale sanitario/assistenziale, con accezioni e sfumature diverse da Paese a Paese. Il comune denominatore è rappresentato da sempre più richieste provenienti da case di riposo”. A spiegarlo all’AdnKronos Salute è Giuseppe Biazzo, Ad di Orienta Spa, una delle principali agenzie per il lavoro italiane, che stima in circa 620 le richieste attive di personale sanitario all’estero solo fra i partner di Orienta.

Insomma, se la vita nel Vecchio continente si allunga, le opportunità professionali in questo settore per medici e infermieri multilingue si moltiplicano. Ma “l’appeal che queste strutture hanno sul personale italiano intenzionato a cercare lavoro all’estero è in genere basso – continua Biazzo – e ciò complica non poco il nostro lavoro. I candidati ricercano infatti principalmente strutture sanitarie, meglio se ospedali pubblici. Inoltre le aziende clienti richiedono sempre più una conoscenza linguistica maggiore, specifica per il Paese di destinazione finale. Per lavorare in Francia, Germania o Norvegia – sottolinea l’esperto – ormai la lingua inglese non è sufficiente: viene richiesta conoscenza, in alcuni casi anche dopo formazione specifica, di francese, tedesco, norvegese, e cosi via”.

Per quanto riguarda il Regno Unito, comunque, la carenza di figure sanitarie rimane elevata e la Brexit non ha semplificato la situazione per il servizio sanitario di Sua Maestà (Nhs). Secondo una recente indagine, pubblicata su ‘The Guardian’, dall’esito del referendum c’è stato un aumento del 28% del numero di infermieri europei che hanno lasciato la Gran Bretagna. Inoltre, fanno sapere da Orienta, dagli ospedali pubblici più appetibili per i candidati italiani arrivano richieste di personale già in possesso di Pin (registrazione al Collegio infermieristico inglese), ovvero di persone che hanno già superato positivamente il temuto test Ielts level 7 (International English Language Testing System, corrispondente a un livello C1 del quadro europeo).

“Solo alcuni gruppi strutturati di case di riposo offrono supporto per il conseguimento dell’attestato Ielts”, aggiungono da Orienta. In generale in Gb, Repubblica di Irlanda, Francia, Germania, Norvegia, Danimarca “assistiamo a una necessità diffusa di personale sanitario/assistenziale, in particolare in case di riposo. Al tempo stesso notiamo un’esigenza diffusa (questa anche sul territorio nazionale) di personale medico, che probabilmente si estenderà sul medio-lungo periodo. Il problema in questo caso è quello di mediare le aspettative del cliente finale (ospedale o casa di riposo) che comunque richiede, nella maggioranza dei casi, personale già formato per la lingua e in possesso della registrazione allo specifico Ordine nazionale”.

Ecco comunque nel dettaglio le richieste attive di personale sanitario all’estero secondo Orienta: in Gb “i nostri partner stanno progettando di richiederci oltre 300 General Practitioner (medici di famiglia); il sistema pubblico inglese, infatti, deve assumere almeno 5.000 nuovi Gp entro il 2020, di cui 3.000 dall’estero. Per quanto riguarda gli infermieri, siamo in grado di piazzare qualsiasi infermiere già in possesso del Nmc Pin Number e abbiamo circa 20 posizioni in case di riposo (per lo più in zone di campagna e comunque a bassa densità di popolazione, ovvero fuori città) per infermieri sprovvisti di registrazione al collegio Nmc (il cliente finale si fa carico della formazione linguistica)”. In Irlanda “ci chiedono infermieri con inglese livello C1. Qui non c’è il ‘problema Ielts’, ma comunque sono molto selettivi per quanto riguarda la lingua. Potremmo piazzare oltre 50 risorse”, ancora una volta “principalmente in case di riposo”.

Quanto alla Francia, “possiamo lavorare su circa 100 posizioni per medici specializzati (resta il problema della lingua e della registrazione presso l’ordine francese)”. Mentre in Germania “possiamo lavorare su circa 100 posizioni per medici specializzati (rimane ancora una volta la questione della lingua e della registrazione presso l’ordine tedesco)”. E in Norvegia “potremmo avviare gruppi di 50 infermieri da formare sulla lingua norvegese (con la formazione iniziale a carico dei candidati) per posizioni domiciliari e in case di riposo”. Una sfida nella sfida, per i nostri operatori sanitari da esportazione. Come fare il primo passo? “Le persone interessate possono candidarsi sul nostro sito, oppure inviando una email a selezione.sanita@orienta.net“, concludono dall’agenzia.